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Bosa
Un
paese di "marzapane"
Sono
molti i motivi che dovrebbero spingerci a visitare il
capoluogo della Planargia, quella Bosa
variopinta che pare distesa come un paese di marzapane con il
suo castello dalle forme essenziali, che troneggia arroccato a
guardia delle sue stesse pietre.
E con quelle case piccole,
quasi delle miniature naif, ne fanno un centro turistico fra i
più ambiti e famosi. Graziosa cittadina di circa 8 mila
abitanti, è situata a metà strada tra Oristano ed Alghero.
Si raggiunge percorrendo la statale 131 fino al bivio per
Macomer, per proseguire seguendo le indicazioni per
Bosa.
Guadato l'antico ponte, tappa obbligata è Sa Costa,
caratteristico centro storico, dove rapiti, si cammina con il
naso all'insù nelle strette vie, tra palazzotti di rosea
trachite e case brillantemente colorate da cui svettano
floridi bouganville che aggiungono colore al colore.
Molte sono un tutt'uno fra casa e cantina, cantine di quella
malvasia, nettare sublime che nelle sue fertili colline
scaldate dal sole d'occidente trova quel magico abbraccio che
le conferisce un aroma unico.
Passeggiate tra queste irte vie,
pervase di profumi tra i più vari, con le massaie che
armeggiano sui fornelli diffondendo la delizia della loro
cucina. E poi quegli scorci minimalisti di donne senza età,
sull'uscio di casa che maneggiano con arte su cestini o
ricami e il loro chiacchiericcio si mescola tra silenzi e lo
zoccolare dei molti turisti che qui ritrovano un angolo di
passato.
Ma Bosa si distingue dagli altri paesi della Sardegna
per quella "lingua verde", amata e odiata, il fiume Temo,
che placida, destreggiandosi fra barche e canneti, divide il
paese per poi tuffarsi in mare, in quella costa che pochi
veramente conoscono, per fortuna...
Fate tappa alla chiesa di
S. Pietro, o deliziatevi presso "Torre Argentina", verso Alghero,
opera suprema di una natura che qui ha cesellato e scolpito
baie impossibili, ardite calette bagnate da un mare ora
smeraldo ora turchese. Andate al tramonto quando i grifoni,
motivo in più per trattenersi in questa zona, accompagnano
volteggiando il calar del sole.
Infine, solo per i più
avventurosi, un'escursione in un paradiso naturalistico come
Capo Marargiu, zona che a tutt'oggi non teme confronti. Si
può mangiare ottimamente ovunque. Suggestivo il ristorante
³Ponte Vecchio² con la sua terrazzina direttamente sul Temo,
nei pressi de ³Sas Conzas², le antiche conce abbandonate.
Raffinato e con menù originali ³Il Borgo di Sant¹Ignazio²
nel centro storico. Per dormire, ²Sa Pischedda, all¹ingresso
del paese, piccolo caratteristico hotel con anima.
Mariano
Balbina
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